Artemide,
Dea della caccia era anche protettrice dei parti, Artemisie erano le feste a
lei dedicate.
Ad
Artemisia Viscoli piace molto il significato del suo nome. Sua nonna materna,
Artemisia, e sua madre, erano ostetriche, Nascita (1981) ne è un
omaggio. Lei ha rotto con la tradizione, ma il suo lavoro d'artista ha qualcosa
della levatrice; nell'aiutare a nascere e dare alla luce la sua e la nostra
creatività.
Lo
scorso 6 aprile 2011 Viscoli ha presentato al Museo Marino Marini di Firenze il suo
libro "Viaggio fra colori e forme" viaggio che senza
spostamenti rivela attimi di vita, la sua vita di donna ancor prima di artista,
è un percorso femminile che lei dedica a tutte le donne che vogliono, come lei,
essere nel mezzo di un cammino, mai all'inizio o alla fine, dove esiste la
scoperta e la possibilità, dove l'importante è essere lì.
Fedele
a se stessa e sempre diversa, non classificabile, creativa e con la capacità di
cambiare, di esplorarsi e trasformare le sue esperienze di vita in colori,
forme, parole. I suoi sogni le suggeriscono il percorso artistico, alle volte
il materiale, da essi nascono piccole e intense poesie con le quali iniziano i
capitoli di questo affascinante libro.
Viscoli
ha sempre fatto arte per dare una forma, un colore alle sue sofferenze ha
scolpito e dipinto dalla "pancia", dalla necessità, dall'urgenza, dal
bisogno interiore. Ha fatto arte solo e sempre per se stessa, senza interesse
per le esposizioni pubbliche, l'arte è stata al servizio del suo essere, della
sua crescita, aiuto nei momenti difficili, trasformando le sue sofferenze in
forme artistiche come Armadio - Incomprensione (1981).
Le
sue opere sono complesse, i suoi dipinti spesso inquietanti, scuri o con colori
forti trasmettono dolore, fatica di stare al mondo ma anche la possibilità di
redimersi.
Con
l'uso della pietra e del legno la sua interiorità diventa sempre più fisica, tangibile,
conquista lo spazio. Tra le pagine del suo libro comprendiamo che attraverso la
creatività possiamo affrontare i nostri dolori, che c'è catarsi e ancora
una possibilità, un riscatto, una liberazione.
Artemisia
è un'orchestra di tanti strumenti che volta in volta si accordano e si armonizzano
per fare musica, sinfonie che noi sentiamo attraverso i suoi libri d'artista, i
suoi schizzi, i suoi pastelli e dipinti fino alle sculture dai titoli poetici,
meditativi, messaggeri di vita, dove la mitologia si mette al servizio
dell'umano.
Le
sue opere esposte al Museo Marini comunicano, scambiano e dialogano tra lei e
il mondo esterno, chiudono un ciclo della sua vita aprendone un altro: quello
della condivisione del suo viaggio fra i colori e le forme. Il suo
essere si apre all'esterno, si apre un varco tra lei e il mondo e il suo
interiore invade, getta un seme negli altrui giardini.
Artemisia
con il suo libro ci (in)semina e lo fa con la stessa cura, amore che mette nel
coltivare le piante del suo giardino, semplicemente, "è erba in
mezzo alle pietre del selciato bagnata dalla pioggia, ridente al sole,
accarezzata dal vento", che trabocca e si espande anche nel selciato
pietroso della nostra vita.
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