Grande spazio, grandi tele,
grandi colori, emozioni che spaccano, rompono, dilagano. Rabbia, speranza,
esasperazione, forza, coerenza, sobrietà: tutto questo è “Guardare in alto”
la mostra che si è inaugurata lo scorso 11 novembre 2011 alla Galleria
Frittelli Arte Contemporanea per i 20
anni dalla morte di Vinicio Berti. Occasione per vedere e rivedere le sue opere:
venti
opere di grandi dimensioni appartenenti al ciclo Guardare in alto, al quale
l'artista ha lavorato durante tutti gli anni ‘80 fino alla sua morte nel 1991. I dipinti sono deflagrazioni, i colori a smalto sono
potenti, le linee sono bombe che squarciano il quadro e noi stessi che
guardiamo, spaccano dal basso verso l'alto, la forma è contenuto il colore,
data l’intensità, è segno. L'immagine che ne viene è di
un'esplosione/implosione, angoli che si amplificano verso l'alto, verso il
cielo, verso l'universo, ci sentiamo navette spaziali nell’universo. Berti non
capito, deluso, illuso, forse era troppo per
i suoi contemporanei. Berti ancora attualissimo richiama
frasi come “non ne possiamo più” ed allora scoppiamo e imploriamo,
diciamo basta e proviamo a guardare in
alto, al futuro, come speranza per un cambiamento “guardiamo in alto
con.....
I colori di questi dipinti
schizzano, come la materia, come il cervello che esplode, ricordi di guerre,
tutte, i morti, i feriti, gli esplosivi. I suoi colori sono fortissimi,
prepotenti, rossi accostati a blu intensi, i neri di ricostruzione, i bianchi
che si s'incastrano a dare luce a queste tele. E’ una rottura col passato, col
presente, una spinta verso una dimensione altra, verso una dimensione artistica
e sociale importante e diversa. In queste opere c'è la sensibilità del suo
tratto, la passione per la poesia e lo spirito fumettista dove il disegno si fa
sintesi e messaggio: messaggi al mondo, a noi che li guardiamo e ci stupiamo di
come sia sempre contemporaneo, grande disegnatore che coniuga la cultura
umanista ed il primato del disegno della sua città, Firenze, e la scienza
contemporanea. La pittura di Berti è
propositiva, pone domande, dà risposte, nelle sue tele angoli di una Firenze
meno provinciale più aperta verso il mondo, verso il nuovo, è una città che
sale per fare un salto di qualità. La mostra è intensa,
sofferente e seppur piena di interrogativi ci invita verso un allargamento di vedute
e conoscenze, verso la diversità e lo sconosciuto, amplia i nostri orizzonti,
li squarcia.
Il 5 novembre al Teatro Affratellamento “Omaggio a Pinocchio” , a cura di Carlo Frittelli e Corrado Marsan,
tavole dedicate alle storie di Pinocchio reinterpretate da Vinicio Berti nel
1981, in occasione del centenario della nascita del burattino. Un altro Berti colorato, divertente, positivo, ottimista, giocoso e
molto ironico nel riscrivere ogni illustrazione: scritti tra racconto
fantasioso e realtà, bello spaccato di un periodo storico, politico, sociale
degli anni ’80.
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