I colori di questi dipinti
schizzano, come la materia, come il cervello che esplode, ricordi di guerre,
tutte, i morti, i feriti, gli esplosivi. I suoi colori sono fortissimi,
prepotenti, rossi accostati a blu intensi, i neri di ricostruzione, i bianchi
che si s'incastrano a dare luce a queste tele. E’ una rottura col passato, col
presente, una spinta verso una dimensione altra, verso una dimensione artistica
e sociale importante e diversa. In queste opere c'è la sensibilità del suo
tratto, la passione per la poesia e lo spirito fumettista dove il disegno si fa
sintesi e messaggio: messaggi al mondo, a noi che li guardiamo e ci stupiamo di
come sia sempre contemporaneo, grande disegnatore che coniuga la cultura
umanista ed il primato del disegno della sua città, Firenze, e la scienza
contemporanea. La pittura di Berti è
propositiva, pone domande, dà risposte, nelle sue tele angoli di una Firenze
meno provinciale più aperta verso il mondo, verso il nuovo, è una città che
sale per fare un salto di qualità. La mostra è intensa,
sofferente e seppur piena di interrogativi ci invita verso un allargamento di vedute
e conoscenze, verso la diversità e lo sconosciuto, amplia i nostri orizzonti,
li squarcia.
Il 5 novembre al Teatro Affratellamento “Omaggio a Pinocchio” , a cura di Carlo Frittelli e Corrado Marsan,
tavole dedicate alle storie di Pinocchio reinterpretate da Vinicio Berti nel
1981, in occasione del centenario della nascita del burattino. Un altro Berti colorato, divertente, positivo, ottimista, giocoso e
molto ironico nel riscrivere ogni illustrazione: scritti tra racconto
fantasioso e realtà, bello spaccato di un periodo storico, politico, sociale
degli anni ’80.
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