“Appunti di viaggio: Egitto 2010” è la preziosa
mostra dell’artista Fernando Cucci alla Galleria Libreria d’Arte Babele di
Firenze fino al 3/ 11.
Piccole
opere racchiuse in “Teche della memoria” a risaltarne il valore e
la bellezza, sono gioielli contemporanei per rammentarci i monili rinvenuti
nelle tombe dei faraoni. Le piccole teche sono come urne per un dialogo sempre
aperto con il mondo dei morti: l’Aldilà dell’antico Egitto.
Le
opere di Cucci sono eleganti e leggere nella loro ricchezza e materialità;
stratificate e profonde ci riportano la nostra memoria atavica. La semplicità
delle opere è data anche dall’uso, proprio come gli antichi, di pochi valori
cromatici: l’ocra rossa del deserto, la foglia d’oro della regalità, il
turchese del lapislazzulo e poi il catrame o il bitume che si trova nella
sabbia ricca di petrolio.
Dentro
la Galleria Libreria Babele, anch’essa scrigno di piccoli tesori, navighiamo il
fiume degli Dei, scorgiamo il deserto, le oasi e le imponenti piramidi. Silenziosi
e in punta di piedi entriamo nelle tombe, percorriamo cunicoli, scendiamo nella
profondità della terra per incontrare Osiride. Non siamo impauriti ma grati di
tanta bellezza perché Osiride non solo è il Dio degli inferi, ma è anche il Dio
della fertilità poiché la morte e la nascita sono sempre legate in un continuo dialogo.
Insieme ci rendono creativi, unici come unici ci fa sentire Cucci, l’unicità
che percepiamo è quella che ci permette di essere una maglia a formare la rete
dell’umanità. Scopriamo di essere in una Babele
ma l’arte ci può unire e facilitare nel dialogo. L’artista con queste opere
condivide con noi, intensamente e al presente, le sue sensazioni e le sue
emozioni del suo viaggio in Egitto
perché qui e ora, in questa galleria libreria,
noi siamo in Egitto, noi vediamo ciò che lui ha appreso e
preso forma dopo quasi due anni. I nostri occhi provano piacere, il corpo si
rilassa in un benessere interiore, la gentilezza che ne deriva e la sedimentazione
del dolore rende possibile il ricordo dei nostri morti. Tutto questo è la
dolcezza degli addii perché ci sentiamo rasserenati e sicuri che non perderemo
mai la comunicazione con l’Aldilà.
Dalla
visione di questa mostra ne usciamo riportando intensità e ricchezza, sinonimi
di pienezza, nei nostri diari personali faremo annotazioni e piccoli schizzi. La
nostra mente umana ha spaziato e si è collegata con l’oltretomba, con l’antica
cultura egiziana già interiorizzata e riportata alla luce, attraverso le “Teche della memoria”.
Gli “Appunti di viaggio: Egitto 2010”di Fernando
Cucci ci portano verso la pacatezza e
la maturità della vita, quest’ultima esaltata dal mondo dei morti. L’Aldilà, bello
e misterioso, esiste ed è sempre con noi, le teche/urne officiano la nostra
vita, ci aiutano a scoprire e a rielaborare le esperienze di viaggio fuori e
dentro di noi.
wow!! Tanto interessante il tema ed i misteri!!
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