venerdì 22 novembre 2013

Dai piedi alla testa opere istallazioni performance 1968 - 2013 di Luca De Silva



Tutta la nostra vita è il nostro corpo: ideale, antropologico, psicologico, assente o virtuale, d’arte, di sogno come i sei periodi principali del percorso artistico di Luca De Silva. Il corpo è il protagonista della sua bella mostra antologica “dai piedi alla testa opere installazioni performance 1968 – 2013 al Palazzo Medici Riccardi fino al 30 novembre 2013. Il corpo è estensione dei nostri sentimenti, contenitore di sogni e d’ideali, il corpo come esaltazione dell’amore e dell’espressione artistica che diventa anche superficie sulla quale dipingere, protagonista di foto e sculture, esso stesso opera d’arte. Luca De Silva è uno sciamano che fa un viaggio spirituale nella realtà oltre al mondo quotidiano. La parola “sciamano” ha la radice indoeuropea sa legata al verbo sapere e mánu uomo, Luca De Silva è un uomo di sapere, la sua conoscenza è data dall’interagire con l’universo per essere in contatto con altre realtà della natura, ha il coraggio di esporre se stesso per trasmettere i propri desideri e le proprie passioni nella società avendo la consapevolezza che la sua percezione del mondo è una sua verità soggettiva. De Silva con la sua arte ci dice che ogni persona può compiere il viaggio nella realtà non-ordinaria, non abbiamo bisogno d’intermediari per avvalerci della saggezza e dei poteri di guarigione dell'universo e la spiritualità è una capacità innata dell'essere umano. Con le sue opere “guarisce” se stesso e ci aiuta a ri-conoscere in noi quel sapere arcaico e sporco dei piedi che affondano nella terra, spesso abbandonato per il sapere della testa, pulito ma alle volte solo concettuale. Nella mostra dai piedi alla testa il corpo attinge energia dal basso che si espande verso l’alto, essa parte dalla terra per poi salire come se l’energia della madre terra fosse nutrimento del nostro corpo fisico, mentale e spirituale. Dai piedi alla testa capovolge, inverte forse disturba il classico “dalla testa ai piedi” perché possiamo essere anche diversi e procedere dai piedi non solo dalla testa. Incedere dai piedi è venire dalla terra, dalla natura, dalle nostre radici, è fare parte di un tutto che è energia fisica e spirituale, è riuscire a convogliare e trasformare l’energia della terra in creatività. De Silva ha un percorso artistico personale che è la sua vita, “Mi sono fatto l'idea - dichiara De Silva - che l'artista si muova nelle forme dell'arte come un alchimista, il quale si accorge che il valore e il senso delle cose sono nel percorso, nel processo del fare: l'oggetto, l'opera, è solo il pretesto”. A vedere questa mostra abbiamo la sensazione che l’artista ri-nasca a ogni opera liberando qualcosa di se e del mondo che lo circonda. Le opere sono molto forti, lentamente i nostri piedi affondano e mettono radici, diventiamo alberi che uniscono la terra al cielo, il mondo inferiore a quello superiore e tramite tra la sapienza innata del cosmo e dell’individuo.
www.lucadesilva.com

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sabato 2 novembre 2013

Ho fame di Elisabetta Falqui



“Ho fame mangio non mangio questo e basta, poi inizio la dieta, da lunedì sarò a dieta, sono grassa...” queste parole si possono declinare non solo al mangiare cibo ma anche al concederci di occupare spazio nel mondo e nell’affermare noi stessi per essere colorati, eccentrici e godere nell’esserlo. Elisabetta Falqui ha inaugurato, sabato 26 ottobre alla Galleria La Corte arte contemporanea di Firenze, la mostra “Ho fame”, sono belle foto in bianco e nero di donne e uomini visti di schiena nudi, alcuni corpi sono in sovrappeso. Il bianco e nero delle foto le controlla e le rende sobrie, una scritta le accompagna, l’insieme è molto forte e Falqui ci trascina, a sorpresa, nell’ossessività sul cibo e non solo. La rotondità e la morbidezza delle forme sono amate nell'arte e in molte culture sono segno di benessere non solo fisico, nella nostra società le diete di ogni genere ci guidano nel quotidiano. Falqui con questi lavori ci tocca profondamente nel nostro intimo, ci fotografa e dà risalto alla nostra fisicità e sessualità ma soprattutto ci pone di fronte al piacere dello stare bene con noi stessi e col nostro aspetto quale linea di confine con l’esterno. Falqui ci rende consapevoli dell’amore verso noi stessi perché siamo ciò che mangiamo fisicamente e spiritualmente. Le sue foto ci costringono ad affrontare il nostro benessere interiore legato al cibo, al sesso e alle relazioni d'amore e d'amicizia perché ogni relazione passa attraverso il nutrimento con scambio e sostegno reciproco. Nella serie di foto in dissolvenza l’immagine di un tavolo apparecchiato in giardino con avanzi del pranzo e le sedie vuote, dove sono i commensali? Mancano, alle volte manchiamo nelle relazioni, nel sostentamento affettivo e fisico, alcune volte mangiamo troppo o troppo poco e ci sentiamo in colpa. Le nostre relazioni sono nutrite da cibo e sentimenti, una tavola dove i convitati non ci sono è una tavola “abbandonata” senza assaporare il piacere e il gusto di stare insieme senza fretta anche dopo il pasto dedicando tempo e spazio al nutrimento relazionale, alla socialità. Il nutrimento è fisico e spirituale, l'arte nutre la nostra anima e in questa mostra Falqui è riuscita a condividere con noi un’ossessione e restituirla in chiave artistica per un nutrimento dell'anima non solo individuale ma anche collettiva. Il lavoro artistico di Falqui tocca gli estremi del mangiare tutto fino all’obesità o niente fino a svanire, in entrambi i casi c’è il controllo come se ci fosse un’incapacità a lasciarsi andare all’equilibrio naturale del corpo, a quel flusso vitale che alimenta il nostro essere, senza limiti ma seguendo i nostri bisogni profondi che siano essi di cibo per il corpo o di conoscenza per lo spirito. La mostra di Elisabetta Falqui finirà il 22 novembre 2013.

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