Il 2 settembre
2011 si è inaugurata la mostra Pietro Gentili – Antologia 1961 – 2005 alla Sala Esposizioni dell’Accademia delle
Arti del Disegno di Firenze. Così come Alice, che in “Attraverso lo specchio”
di Lewis Carroll, un giorno attraversa uno specchio e comincia un meraviglioso
viaggio, anche noi oltrepassiamo lo specchio di Gentili ed entriamo in un altro
mondo dentro ed oltre lo specchio: una porta per viaggi astrali o per passare
in una dimensione parallela come quella di Alice; una Porta sull’Altrove. Nelle
opere di Gentili piccoli frammenti di luce/specchio, inseriti tra i colori,
illuminano le sue tele a ricordarci i sari
vivacissimi delle donne indiane, le decorazioni islamiche o ancora i mosaici
bizantini. Le sue tele come ruote di pavone, i mandala, gli angeli, le porte e
la natura. I suoi quadri racchiudono la Bellezza ed il mistero della creazione
perché, scrive Gentili, “l’atto creativo dell’artista ricalca l’atto divino a
manifestarsi” e, essendo un atto d’amore, coinvolge l’essere nella sua totalità
facendo sì che il Divino per un gioco di rispecchiamenti, si rifletta nell’artista
e riveli il suo volto. Tramite le sue
opere, si ha la conoscenza del Divino, il Divino si riflette nella sua pittura in
un gioco “di specchi” e noi stessi ci riflettiamo nel Divino. La ricerca spirituale di Gentili si rivela
in una sorta di incanto che abbiamo nell’entrare nella sua poetica, la
meditazione ed il raccoglimento è parte integrante per “sentire” le sue opere e
lasciarsi trasportare dalla Bellezza; l’arte è quindi una via per cogliere la
dimensione del sacro. Come Alice, scopriamo che possiamo passare in un altro
mondo attraverso un “banale” specchio, che possiamo attraversarlo fino a trovarci
di fronte il cosmo, inizialmente fatto di pochi punti o linee (“Incontro”, 1961) e poi sempre più
complesso, popolato da Angeli, Arcangeli, Soli, Lune e dalla natura con la sua
Bellezza e colore (“Fiori di Colle
Oppio”, 1994 - “Spine di Colle Oppio”, 1998) e ancora cieli (“Il cielo”, 1973). Pietro Gentili,
dicevamo, è una Porta sull’Altrove, un Altrove carico di spiritualità e ricerca
interiore, ricerca dell’atto d’amore che permette la creazione artistica e
Divina e conoscenza dei Chakra per una
crescita individuale. (“Chakra del cuore”
, 1978). L’ultima parte della mostra è dedicata alle porte, belle, al
centro una sottile linea verticale con uno specchio, in questo spiraglio ci
riflettiamo, passiamo, superiamo la fessura tra il dentro ed il fuori
incontrando il Divino e la Bellezza. Le porte hanno titoli delle stagioni, dei quattro elementi “Porta della terra” (1993) sono il tempo che passa, sono
orientamento (“Porta del nord”, 1995 –
“Porta dell’ovest”, 1997) o ancora “Porta
del guerriero”, 1993 - “Porta del
Paradiso”, 1994 e “Porta del cielo”, 1991.
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