“Canti
Andalusi” dell’artista iracheno Resmi al Kafaji: la ricchezza,
l'eleganza e la raffinatezza della cultura araba in questa bellissima mostra
alla Galleria Immaginaria di Firenze e alla Galleria Quadro 0,96 di Fiesole
fino al 14 febbraio 2012.
“
Fino a poco tempo fa ho usato il colore ad olio, adesso uso solo il bianco, il nero
e le infinite sfumature di grigio e vedo tutti i colori del mondo” afferma l’artista. La
sensazione, infatti, è di essere in mezzo ai colori, i blu, i bianchi, gli oro
delle moschee e dei minareti dell'Iraq che risaltano nell’azzurro del cielo.
I Canti andalusi di Resmi rievocano Le
Piste del sogno degli aborigeni dell'Australia (Bruce Chatwin – Le Vie del
Canti 1987): migliaia di linee immaginarie che attraversano
l'intero continente, gli antenati hanno creato il mondo cantando, cantare è esistere, un canto è mappa. I Canti Andalusi di Resmi sono suggestivi
percorsi che visitano paesi e culture, che si sovrappongono, che si estendono
fino a diventare altro a ricreare paesi e mondi. La bella carta martellata e
l’acqua aiutano ad “allargare”, a diluire il nero che, sciogliendosi ed ammorbidendosi,
si purifica e si affina divenendo luminoso e arioso. Il grigio ha molte
gradazioni fino al bianco accecante come l’Andalusia, terra di sole e di
diversità, case
bianche e fiori variopinti, paesini arroccati e profumo di agrumi e di olio, musica. Così
facendo, l’artista intesse un movimento dal nero al bianco, dal buio alla luce,
da un paese devastato, l’Iraq, alla passionale e solare Andalusia. La scrittura,
anzi la calligrafia araba diventa parte essenziale dell’opera di Resmi. La sua
arte, come l’Andalusia, che è stata un ponte tra due
continenti, è l’incontro tra l’ Iraq e la Toscana, dove vive
dal 1977, è l’ incontro tra Mesopotamia e Etruria, tra il Cipresso e il Melograno
simboli anche della morte e della rinascita. In queste opere il melograno è
importante: frutto dalla buccia coriacea con grani rossi al suo interno è simbolo
di fecondità, abbondanza, regalità, energia vitale: esempio di cose buone
create da Allah e frutto nel giardino del Paradiso. E’ un richiamo al Rinascimento italiano, alla Madonna della Melagrana dipinta da Botticelli e da Leonardo, al cartone di
Raffaello, alla scultura di Jacopo della Quercia.
Resmi parla del suo ritorno in Iraq dopo 30 anni: ha trovato
una terra devastata dalla dittatura e dalle guerre, la cultura si è fermata, l’Iraq
del suo ricordo è stato spazzato via ed allora, forse, c'è bisogno di silenzio,
d’interiorità, dei bianchi, dei neri e dei grigi. Necessita il “ritiro” dal
colore per ricostruire la memoria tradita dalla realtà, per accettare il luogo
d’origine offeso dagli eventi.
“Ogni
cosa quotidiana può diventare arte basta vederla con occhi artistici” sostiene Resmi (Tachidol – video) ed allora ascoltiamo i Canti Andalusi e percorriamoli come fossero Le Piste del sogno.
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