sabato 13 luglio 2013

Interno Lucia Massei - Pizzi Cannella



Interno è un dialogo che crea intimità tra i dipinti di Pizzi Cannella e i gioielli di Lucia Massei, la comunicazione tra le opere esposte esalta l’eleganza e la raffinatezza di entrambi in un concerto che dura tutto il tempo della nostra visita in galleria. La mostra è una partitura dove le note sono i tre oli su tela di Pizzi Cannella e i gioielli di Lucia Massei. Colori, tessuti e metalli preziosi si compongono in un’armonia rappresentata molto bene dalla prima sala con l’opera Salon de Musique di Pizzi Cannella. Il dipinto stampato su seta pura realizzata dall’Antico Setificio Fiorentino fa da sfondo alla collana di Lucia Massei posta sul leggio di fronte quasi fosse spettatore e/o elemento musicale. La sensazione è di essere proprio in un Salon de Musique con il brusio dell’intervallo e il luccichio dei lampadari di cristallo. La mostra si vede come si ascolta un concerto, composta di brani musicali, nei quali lentamente ci immergiamo, entriamo in una dimensione onirica di seducente e avvolgente intimità. Ciascuna delle tre tele di Pizzi Cannella ha il titolo Pura seta, 2013 ritratti un ventaglio, un leggero abito, una sciarpa abbandonata su una sedia che diventano immagini evocative di storie. Sono opere dove la stratificazione del colore è quasi impercettibile e si mostra come una sintesi della memoria collettiva e individuale. Le opere ci aprono a fantasie di un Interno di abitazione, una gentildonna che si prepara per una serata, la scelta del vestito, il ventaglio che le ricorda le dolci e profumate serate estive trascorse in giardino, una sedia dipinta con poche pennellate che sembra fuori tempo e leggerissima e invece è ben collocata a terra e solida. Sulla sua spalliera si lascia cadere una sensuale seta dal profumo di donna pronta per essere indossata. La bellezza dei gioielli di Massei ci commuove nel profondo, la loro irregolarità e la sovrapposizione di materiali antichi diventa musica, eco e richiamo alle opere di Pizzi Cannella. Le collane, poste su leggii, sono realizzate di argento, oro, shibuichi (lega giapponese di argento e rame), antiche epaulettes, vagli di vetro di un rosario antico, pigmenti e seta mentre i bracciali sono in seta con filo d'oro del XVIII secolo, epaulettes antiche, oro puro, pigmenti. Interno è presentata da Antonella Villanova in collaborazione con la Galleria Alessandro Bagnai fino al 14 settembre 2013.

www.luciamassei.com                                                                  www.archiviopizzicannella.it 

lunedì 1 luglio 2013

Intimacy di Luigi Ballario



“Non vedo, non sento, non parlo” si potrebbe riassumere così la mostra Intimacy di Luigi Ballario alla Galleria La Corte Arte Contemporanea di Firenze fino all’8 luglio 2013, belle fotografie di un rigoroso bianco e nero in un gioco molto sottile di luci e ombre. Il giovane artista ritrae uomini nudi col volto celato da un panno o da una maschera, gli scatti sono fatti con un banco ottico costruito artigianalmente e sono l’esito di lunghi tempi di posa che evidenziano nel soggetto una forte tensione muscolare, il muscolo si estende e si contrae in tutta la sua fisicità, ciò capovolge l’apparenza di scatti rapidi e quasi rubati. Una sottile angoscia ci pervade nel vedere queste foto che ricordano la solitudine dei pazienti nei manicomi o uomini prigionieri, forse, della loro intimità. I Prigioni di Michelangelo che con fatica escono dal marmo si affacciano alla nostra mente, figure contorte con muscoli tesi dallo sforzo. Ballario scava dentro l'intimità di questi corpi esposti e nudi ma sempre col volto coperto come a non voler vedere, sentire o parlare, in un isolamento quasi estremo dove l'esterno è percepito con la sola nuda pelle del corpo, confine tra l’intimità e l’esteriorità. Gli uomini senza volto sono privi d’identità, non riconoscibili, essi stessi non si vedono, non sono distratti da suoni e rumori esterni o dal guardare il mondo che li circonda. Questi uomini si trovano in condizioni, dove è difficoltoso parlare o mangiare con naturalezza, potrebbero essere ostaggi, uomini rapiti e portati in luoghi che non devono vedere. Il loro viso avvolto in panni rimanda a un guardarsi dentro, al silenzio ovattato dal panno, al dondolio e al ripiegamento in se stessi. Può essere un’introversione vicina alla patologia ma può anche essere una possibilità di ritrovare la calma in noi e ascoltare il nostro silenzio con l’orecchio di Dionisio che amplifica il suono interiore carpendone tutti i segreti.