La bella e brava artista viaggiatrice tedesca Friederike Oeser ha scelto Firenze per una
sosta, l’abbiamo potuta conoscere al vernissage dello scorso 24 giugno 2011 alla
Galleria Immaginaria; la sua mostra “Trattenere
i mondi” con le sue opere gioiose su carta ci accoglierà in galleria fino
al 30 luglio p.v.
Viaggio, dal
latino viaticum, cioè “la provvista necessaria per mettersi in cammino”;
la carta e i pastelli ad olio sono, per Oeser, esattamente questo: come Van
Gogh visita il mondo con la sua “provvista
necessaria” e lo riporta per noi sulla carta con dinamismo, avventura,
curiosità simile a un diario di viaggio. Nel suo girovagare, sceglie di
lavorare in spazi aperti o in aree non destinate all’arte. Ci sono luoghi dove
ogni anno ritorna perché sente belli e positivi, mondi interi da “trattenere” e
da cui trarre tante piccole storie.
L’uso dei pastelli ad olio fa sì che la sua pittura sia
spontanea e non meditata, il pastello le permette di lavorare direttamente con
le mani, è morbido, solare, dolce, sensuale.
Le sue opere sono fresche, scarabocchi, macchie di colore,
linee aperte per intuire figure ed è incantevole ritrovarci l’azzurro del suo
sguardo aperto e disponibile e l’oro dei suoi capelli.
La sua pittura è un godimento per gli occhi, l’odore della
carta e dei pastelli acuisce l’odorato, se osservati da vicino i colori macchiano
le mani, le dita diventano pennelli poiché il pastello possiede la particolarità
di farsi trascinare e schiacciare a formare tante piccole e dense pennellate.
Appese ai muri della Galleria le sue opere piene di colore
sono girandole, per un attimo ci confondono e ci smarriamo come fossimo nel
labirinto di Cnosso e lei, Arianna, ci porge
il filo per condurci tra queste mille sensazioni, ne usciamo gioiosi, pensando
che il mondo non è poi così brutto, è colorato, vivace, allegro, gaio.
La Oeser incontra i luoghi con la pancia e sempre con la
pancia li ricrea trasmettendoci la voglia di conoscere e di sperimentare altro
da noi. La fantasia corre, il cuore si apre a nuove esperienze sensoriali,
l’allegria di queste opere, come tanti piccoli fuochi di artificio, ci cattura,
siamo nelle città, nei giardini, e nei luoghi dove si è fermata e ci esorta a notare
e provare il nuovo e lo sconosciuto. La sua pittura suscita emozioni indipendentemente
dal luogo reale dov’è nata.
L’astrattismo di Oeser germoglia nel vero divenendo, poi,
linguaggio che ognuno riconosce e fa proprio perché le emozioni ci uniscono e
ci rendono uguali indipendentemente dai natali.
Visitare la sua galleria di immagini è anche tornare all’infanzia,
quando piccole mani prendono i colori e “sporcano” il foglio, ogni pastello
scrive una favola da leggere e/o ascoltare tutta d’un fiato, a bocca aperta,
felici di farci incantare anche se oramai siamo troppo grandi e troppo organizzati,
e poi, all’improvviso, il Piccolo Principe che è in ognuno di noi ci prende per
mano e ci incita a viaggiare fra questi spazi emozionali con il nostro personalissimo
viaticum.
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