In Bloom, la bellissima mostra di Zhuang Hong Yi, era visitabile all’ARIA Art Gallery di Firenze lo scorso anno: le tele esplodevano di colore ma anche di rabbia e desiderio, di fronte ad esse un turbinio di emozioni forti ci assaliva, l’impatto emotivo era quasi insopportabile.
I quadri di Zhuang sono scultorei, stratificati come lo è la vita. L’artista Zhuang Hong Yi, cinese di nascita dal 1992 vive e lavora tra Cina e Olanda, la sua arte è una sintesi tra cultura orientale e occidentale. Le sue opere sono sovrapposizioni di fiori di loto ritagliati su carta di riso, dipinti con colore acrilico e oli resi, poi, duri con un gel. Col suo lavoro Zhuang Hong Yi compie il passaggio dalla delicatezza, leggerezza e raffinatezza dei fiori in carta di riso alla conservazione come se importante fosse fermare e imbalsamare i fiori nel massimo splendore della loro fioritura e del colore. Ciò che in natura appassisce e muore è reso “eterno”, bloccato per sempre in una posizione rigida come rigida è la morte; la delicatezza e la fragilità della carta di riso diventano spessore, la vita acquisisce profondità perché si è unita alla morte. Zhuang Hong Yi rende i fiori immortali al culmine del loro sviluppo, non moriranno mai per ricordarci che qui la vita incontra la morte, l’umano incontra il divino e il mortale l’immortale, l’uomo Zhuang Hong Yi incontra Dio. Queste tele sono conturbanti perché attraverso di esse viviamo l’abbraccio della vita con la morte e il divino nell’umano.
Dentro In Bloom gli odori estivi di giardini e angoli fioriti di città sconosciute arrivano a folate, i fiori sono macchie di colore vicino al mare, il riverbero del sole nei canali di Amsterdam si fa spazio nella nostra mente per percorrere il tripudio della fioritura olandese dai colori tersi e brillanti. Queste opere hanno la sacralità del fiore di loto che, misterioso, affonda le sue radici nel fango per elevarsi dall’acqua a simbolo del nostro processo evolutivo. In tutta questa luminosità, tuttavia, il ricordo della morte è forte, gli occhi vedono anche fiori ammassati su una tomba e il naso avverte l’odore della loro putrefazione. Nel rigoglio della materia, nel colore che prorompe c’è dolore e disfacimento, c’è la morte dentro la vita, la morte combacia perfettamente con la vita e ne fa parte, non esiste l’una senza l’altra e si esaltano a vicenda. L’artista con le sue opere lo fa afferrare molto chiaramente, il suo oriente s’incontra e scontra con il nostro occidente, dove la morte e la vita sono separate, dove la sofferenza e il dolore sono tenuti nascosti, dove l’apparenza deve essere felicità.
www.zhuanghongyi.nl
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