Fiori, un grande petalo o un cuore
rosso, mazzolini di fiori gettati in aria,
queste sono le tele di Rita Pedullà in mostra, dal 25 settembre al 5 ottobre
2013 alla Galleria La Corte Arte Contemporanea di Firenze, col titolo Phatos. Gli abiti dei quadri sembrano fiori
capovolti che volteggiano in aria creando scie colorate e profumate accompagnati,
per l’inaugurazione, dalla performance musicale di Erika
Giansanti violinista. Musica e pittura invitano a danzare con una
complicità assoluta tra le note e le tracce dei fiori, è un movimento
incalzante, gli abiti senza corpo di Pedullà volteggiano nello spazio
sfiorandoci, abbracciandoci e trascinandoci in una danza per la vita. Pathos
è moto verso la vita, verso le emozioni intense e profonde, è la danza in
onore a Dioniso, Dio dell'estasi e della liberazione dei sensi che rappresenta
l'essenza del creato nel suo fluire, elemento primigenio del cosmo, nell'ebbrezza
dionisiaca c’è l'unione col divino. Gli abiti nel movimento e nella musica
prendono altre sembianze mentre l’aria riceve e inghiotte fiori e mazzolini, un
passamano di boccioli e colori, le linee abbozzate in aria da essi si
potrebbero dipingere. La pittura di Pedullà sta “svestendosi”, il suo lavoro sulla
donna si sta raffinando e affinando, sempre più c’è universalità. L’artista togliendo
le vesti e le sembianze di donna diviene portatrice di simbologie universali
perdendo le connotazioni individuali. Pedullà non ritrae più donne, i loro
corpi e le loro storie personali ma qualcosa d’altro, forse la loro essenza,
qualcosa comunque che rispecchia l'umanità intera, la natura e lo spazio. Queste
opere sono, nella loro materialità, essenziali, le sgocciolature, le ruote dei
vestiti sono le gioie e le sofferenze di tutti esattamente il Phatos e
ognuno di noi ci vede la propria storia personale ricordi di amori, di viaggi, d’incontri
mancati. Ricordi vicini e lontani che volteggiano nell'aria in un ballo
sensuale e coinvolgente. Gli abiti nonostante la loro leggerezza sono pesanti,
hanno la gravità che li riporta a terra perché nell'arte di Pedullà c'è una
svolta data dalla perdita dei volti e dei corpi, un vuoto che le consente di
sfiorare l’essenza della vita e quell'essere forte e reale nonostante la vaporosità
e il colore. Fiori gettati e ripresi e poi ancora gettati, Phatos è la
passione che spinge verso la conoscenza, è la direzione che ci permette di essere
noi stessi fino in fondo ed è ciò che ci consente d’abbandonare il superfluo
per il necessario, quello che accade nei quadri di Rita Pedullà.
Molto belli i dipinti ed il tuo commento sempre puntuale e coinvolgente.
RispondiElimina