sabato 28 settembre 2013

12 ore di notte di Giampaolo Di Cocco



ECLETTICO Spazi d’Arte: l’installazione di Giampaolo di Cocco 12 ore di notte è sospesa tra mobili di modernariato restaurati da Eleonora Banchi e opere fotografiche di Virginia Panichi. Il lavoro comprende parti in alluminio e piombo oltre a dodici satelliti con illuminazione led, tutti sospesi. L’istallazione è un sarcofago e subito pensiamo a Osiride fatto giacere, con l’inganno, da suo fratello Seth in un sarcofago riccamente decorato poi, sigillato il coperchio, gettato nel Nilo. Il corpo di Osiride ritrovato fu fatto a pezzi e sparsi in giro, la moglie Iside iniziò un’affannosa ricerca fino a ricomporne il corpo e avere un figlio, Horus. Osiride di nuovo in vita diventò il re degli inferi, il re delle 12 ore di notte. Per gli egizi il coperchio del sarcofago era il cielo, il fondo la terra, i lati i punti cardinali, il morto era inumato con la testa a nord e il volto a oriente, verso il sole, il sarcofago era il cosmo. L’artista ha creato un sarcofago in alluminio con pezzi mobili, sono le parti del corpo di Osiride, Dio degli inferi e della fecondità, e la sua ricomposizione. Il sarcofago di Osiride è barca che naviga le acque del Nilo, Osiride ritrovato, fatto a pezzi, ricomposto e rinato è come il sole che nasce e tramonta, come noi che ci svegliamo e ci addormentiamo. Ogni giorno della nostra vita nasciamo e moriamo perché moriamo nelle 12 ore di notte e rinasciamo al mattino, in questa installazione ogni ora è un piccolo animale o piramide. Il sarcofago è leggero, aperto, adattabile perché ciascuno di noi ha le proprie 12 ore di notte, ma tutti viaggiamo verso la morte, punto d’incontro tra l’individuale e il collettivo. Durante le 12 ore di notte incontriamo gli archetipi, ogni ora è scandita da simboli raggiungibili con il sogno o con l’arte, medium tra conscio e inconscio, tra individuale e collettivo, 12 ore di notte è conoscere le tenebre portatrici d’immagini su cui lavorare nel mondo di sopra. Il sarcofago diventa la barca che ci conduce all’Ade, l’artista ci dà il mezzo con cui partire e un linguaggio, il sarcofago-barca percorre acque profonde per pescare preziosità. L’istallazione non è scioccante o angosciante ci incuriosisce, ne sentiamo la positività dell’andare verso la morte senza paura perché “Una vita tesa all’autocoscienza si realizzerà con una morte felice” scrive l’artista. Ogni volta che il sole tramonta, che ci addormentiamo o che varchiamo il nostro inconscio arrivano le 12 ore di notte siamo Osiride dentro il sarcofago e non sappiamo dove ci condurrà e chi e cosa incontreremo. La morte è notte, l’arte ci avvicina a essa con la percezione che ritorneremo energia pura e la nostra individualità si ricomporrà con il tutto perché i pezzi possono essere gli individui che si ricongiungeranno nel tutto Osiride. Forse per questo 12 ore di notte di Giampaolo Di Cocco ci trasmette pace, serenità e la comprensione che siamo parte dell’universo. L’istallazione sarà visibile fino al 10 ottobre 2013. 

www.giampaolodicocco.com 

Pubblicato su Cultura Commestibile 


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