ECLETTICO Spazi d’Arte: l’installazione
di Giampaolo di Cocco 12 ore di notte è
sospesa tra mobili di modernariato restaurati da Eleonora Banchi e opere
fotografiche di Virginia Panichi. Il lavoro comprende parti in alluminio e piombo
oltre a dodici satelliti con illuminazione led, tutti sospesi. L’istallazione è
un sarcofago e subito pensiamo a Osiride fatto giacere, con l’inganno, da suo
fratello Seth in un sarcofago riccamente decorato poi, sigillato il coperchio, gettato
nel Nilo. Il corpo di Osiride ritrovato fu fatto a pezzi e sparsi in giro, la
moglie Iside iniziò un’affannosa ricerca fino a ricomporne il corpo e avere un
figlio, Horus. Osiride di nuovo in vita diventò il re degli inferi, il re delle
12 ore di notte. Per gli egizi il
coperchio del sarcofago era il cielo, il fondo la terra, i lati i punti
cardinali, il morto era inumato con la testa a nord e il volto a oriente, verso
il sole, il sarcofago era il cosmo. L’artista ha creato un sarcofago in
alluminio con pezzi mobili, sono le parti del corpo di Osiride, Dio degli
inferi e della fecondità, e la sua ricomposizione. Il sarcofago di Osiride è
barca che naviga le acque del Nilo, Osiride ritrovato, fatto a pezzi,
ricomposto e rinato è come il sole che nasce e tramonta, come noi che ci svegliamo
e ci addormentiamo. Ogni giorno della nostra vita nasciamo e moriamo perché moriamo
nelle 12 ore di notte e rinasciamo al
mattino, in questa installazione ogni ora è un piccolo animale o piramide. Il sarcofago
è leggero, aperto, adattabile perché ciascuno di noi ha le proprie 12 ore di notte, ma tutti viaggiamo verso
la morte, punto d’incontro tra l’individuale e il collettivo. Durante le 12 ore di notte incontriamo gli
archetipi, ogni ora è scandita da simboli raggiungibili con il sogno o con l’arte,
medium tra conscio e inconscio, tra individuale e collettivo, 12 ore di notte è conoscere le tenebre
portatrici d’immagini su cui lavorare nel mondo di sopra. Il sarcofago diventa
la barca che ci conduce all’Ade, l’artista ci dà il mezzo con cui partire e un
linguaggio, il sarcofago-barca percorre acque profonde per pescare preziosità.
L’istallazione non è scioccante o angosciante ci incuriosisce, ne sentiamo la
positività dell’andare verso la morte senza paura perché “Una vita tesa all’autocoscienza si realizzerà con una morte felice”
scrive l’artista. Ogni volta che il sole tramonta, che ci addormentiamo o che
varchiamo il nostro inconscio arrivano le 12
ore di notte siamo Osiride dentro il sarcofago e non sappiamo dove ci
condurrà e chi e cosa incontreremo. La morte è notte, l’arte ci avvicina a essa
con la percezione che ritorneremo energia pura e la nostra individualità si
ricomporrà con il tutto perché i pezzi possono essere gli individui che si
ricongiungeranno nel tutto Osiride. Forse per questo 12 ore di notte di Giampaolo Di Cocco ci trasmette pace, serenità e
la comprensione che siamo parte dell’universo. L’istallazione sarà visibile fino
al 10 ottobre 2013.
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