giovedì 10 ottobre 2013

L'autobiografia affettiva di Manfredi



 “...Ma frugando nei vostri volti, nella memoria trovo una ricchezza senza fondo che non potrebbe essermi altrimenti ripagata.” (Manfredi 1979). Questa ricchezza il pittore fiorentino Manfredi, 86 anni, la condivide con noi attraverso la sua bella mostra personale inaugurata lo scorso 3 ottobre nella Sala del Basolato del Municipio di Fiesole dal titolo L'autobiografia affettiva di Manfredi continuum di due grandi mostre, Autobiografia della Memoria, Firenze 2006 e Roma 2007. La sala accoglie i ritratti “degli dei del mio olimpo mentale” che l'artista ha dipinto dal 2008, volti di amici che non ci sono più si alternano a volti di personaggi celebri che hanno contribuito alla sua formazione intellettuale creando una sorta di autobiografia affettiva dell'artista. I ritratti degli amici scomparsi sono dipinti a memoria e ci raccontano di ricordi, affetti e momenti condivisi, ci rimandano a chiacchiere e discussioni, a gesti di abbracci che consolano, a incomprensioni, cioè a tutto ciò che una bella e grande amicizia può apportare alla nostra vita. Gli amici ritratti non sono soli ma portano dentro la Sala del Basolato tutta la loro vita e il loro rapporto con l'amico pittore. Manfredi ricorda e dipinge i sentimenti e la ricchezza interiore che l'amicizia gli ha dato, la sua pittura diventa la memoria degli amici scomparsi che vive dentro di lui nei ricordi dei loro gesti, delle loro voci, dei loro odori. Dei nostri morti ci arrivano immagini: la loro camminata, il loro sorriso o un'espressione del viso, le loro parole, il tono di voce. Manfredi dipingendoli li sente, li vede come se fossero davanti a lui reali e forse è riuscito, ancor di più, a catturarne l'anima e l'essenza, ciò che veramente erano, ciò che lui conserva interiormente perché “Diventare soggetto puro della conoscenza significa liberarsi di se stessi” (Arthur Schopenhauer) e allora in questa libertà Manfredi vive l'amico senza filtri di se stesso, ne vive la sua vera e unica personalità trovando quella ricchezza senza fondo nella sua memoria. Le pennellate di Manfredi diventano espressione della sua amicizia, sono belle, movimentate, decise, espressive, larghe, intrecciate. Gli sfondi non sono quasi mai definiti e ci danno modo di fantasticare. Spesso Manfredi colloca le figure in uno spazio interno ma non è mai chiuso bensì aperto verso altro, permettendoci di spaziare senza restrizioni. I personaggi famosi sono omaggi alla cultura e un poco a se stesso poiché è diventato ciò che è anche attraverso i loro pensieri. Margherita Hack, 2006, unica vivente al momento del ritratto, adesso è diventata omaggio a tutto ciò che è stata e ci ha trasmesso, e quanto Manfredi aveva in comune con lei, entrambi fedeli a loro stessi nelle loro ricerche e con il cuore unito all’intelletto. La mostra si terminerà il 3 novembre 2013.

www.manfredipittorefiorentino1927.it 

Pubblicato su Cultura Commestibile

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