“In ascolto” di Angela Chiti al Palazzo Medici Riccardi di Firenze
chiude una trilogia di mostre iniziata con “A occhi chiusi” e “Passi sospesi”. Angela
fotografa istintivamente dando voce al suo intimo, spesso il primo scatto è
quello giusto. La fotografia è digitale e non rielaborata, i soggetti delle
opere sono frammenti, dettagli, ombre, macchie, particolari di oggetti inutili
o buttati che lei riconosce e soprattutto ascolta. Angela si trattiene
volontariamente e attentamente a udire, presta la propria attenzione e
partecipazione a qualcosa nel mondo che la circonda e coglie segnali che spesso
non sono dove ce li aspettiamo. Il suo viaggio prende forma lentamente, le poesie
accompagnano le sue opere, la purezza della sua fotografia è forza che diventa
introspezione e narrazione della materia sensibile ed emotiva. Questa mostra ci
insegna che se impariamo ad ascoltare veramente piccoli frammenti del mondo
reale che sono Enigma, diventano
poesia, storie, volti, paesaggi. In ascolto è un
cerchio che non ha inizio né fine, una linea unica le cui estremità si annullano
l’una nell’altra. Ascolto è captare i dettagli dietro l'apparenza, è sintonizzarci
con qualcosa che va di là dei gesti e delle parole di una relazione. Angela fa
il suo personale viaggio Onda verso
l’interiorità, dove l'oggetto o il particolare si trasforma, inizialmente ci
parla un linguaggio confuso ma poi diviene sempre più chiaro e diretto. Ascolto,
essendo cerchio, è armonia che traduce l'indifferenziato in uguaglianza. Ascoltare
il mondo circostante significa entrare in rapporto prima di tutto con noi
stessi in profondità con attenzione e riflessione. Significa cogliere i
particolari, in apparenza privi d'interesse, che si comporranno poi in un tutto
unico, Principio di unità, anche se
l'inizio è caos dettato dalla materia, dalle emozioni e dalle parole che
diventano Labirinto di parole o Sillabe e suoni. Ascolto è imbattersi nei rumori della città, con l'angoscia
primordiale, con l'inganno, con l'essenziale, con un incontro mancato ma anche con
la nostra interezza e capire che i frammenti si riordineranno. Ascolto è percorrere
sensazioni, paesaggi, ritornare alle Terre
prime, fino ad approdare al contatto con l’altro e trovare Nero gioia. Qualunque vicinanza ci porta
la sensazione di vuoto, di abisso, di nero, di precipitare perché la gioia ha
in sé anche il nero, lo sconosciuto, l'ignoto. Il contatto è la fine del
cerchio che si annulla con l'inizio per ricominciare di nuovo perché la nostra
vita non è altro che un ascolto continuo e potente per lo svolgersi delle nostre
relazioni. La mostra In ascolto di
Angela Chiti è visibile fino al 29 settembre 2013.
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