La sostenibile pesantezza dello spazio di Luca Brandi fino all’8 settembre 2013 al Lu.C.C.A nel
cinquecentesco Palazzo Boccella di Lucca sono rossi e neri collegati da marrone,
colore di passaggio tra le due dimensioni. Nella sala a pianoterra del Palazzo il
rosso gronda sui quadri, è colore diluito e la nostra fantasia viaggia tra le immagini
che appaiano fra le sgocciolature. I quadri rossi di Brandi ci coinvolgono
subito, con l’immediatezza e la spontaneità di un approccio informale e senza
regole, senza difese perché il rosso ci attira e ci coinvolge trascinandoci all’esterno
con gioiosa vitalità. E’ facile entrare in contatto con questi dipinti, più
complesso con le tele nel piano seminterrato del Palazzo. Alcune strutture
della cinta muraria medievale e due pilastri con tracce di affreschi raffiguranti
figure allegoriche un Bacco, una Cerere e un Sileno e personaggi in costume
seicenteschi, fanno da cornice ai quadri di Brandi. I quadri dialogano col
passato e ci avvolgono in un abbraccio nero, pesante, troppo stretto e opprimente,
sembra che non ci lasci spazio ma poi scopriamo che l’aria c’è, soprattutto
dentro di noi. I quadri sono buchi neri che ci risucchiano e ci fanno entrare nel
vortice della materia, all’origine di tutto, sono neri rettangoli verticali,
tutti uguali, ma non è così, ciascuno evoca un’immagine e una sensazione
diversa. Le imperfezioni del lino della tela lavorata a rovescio diventano
parte della pittura integrandosi perfettamente rendendola più materica, il mare
di notte illuminato da un raggio di luna ci culla in silenzio. L’abbraccio
quasi mortale e soffocante diventa vita, il nero riflette la nostra intimità, è
nero mischiato a colori metallici, bronzo, argento, rame e allora si fa caldo e
luminoso. I quadri di Brandi permettono a ognuno di noi il proprio viaggio
verso l’ignoto e quello che vediamo non è altro che la nostra anima, il nostro
sentire, il nostro mondo interiore. Luca, con audacia, ci indica una via per
ri-conoscersi, per non aver paura del nostro nero, ci accompagna verso la
conoscenza della nostra anima individuale che dialoga con l’Anima Mundi. Alla
fine stare dentro quest’abbraccio è armonia con noi stessi, il nostro sguardo
si rivolge all’interno e si schiude sull’esterno. I quadri rossi della prima
sala hanno la funzione di aprirci, ci aiutano ad aver fiducia nell’artista che
ci guiderà verso il nero assoluto, ma il nero non è mai totale e i suoi misteri
si svelano via via che entriamo in sintonia con i dipinti, è un percorso di
svelamento, il velo piano piano scivola a terra e noi rimaniamo soli e stupiti di
fronte alla nostra anima e al mondo. Brandi ci prende per mano conducendoci in
un percorso che inizia col rosso passando per il marrone, passaggio obbligato,
anche fisicamente, per arrivare alla sala completamente nera. Il nero vive al
di sotto perché per conoscerlo, si deve scendere, ripiegarsi e abbassarsi per
entrare in una dimensione inconscia e intimista. L’arte di Luca Brandi ci aiuta
ad ascoltare e a essere recettivi a tutto ciò che ci arriva dall’interno e si
materializza all’esterno attraverso i suoi quadri.
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