mercoledì 28 agosto 2013

La sostenibile pesantezza dello spazio di Luca Brandi



La sostenibile pesantezza dello spazio di Luca Brandi fino all’8 settembre 2013 al Lu.C.C.A nel cinquecentesco Palazzo Boccella di Lucca sono rossi e neri collegati da marrone, colore di passaggio tra le due dimensioni. Nella sala a pianoterra del Palazzo il rosso gronda sui quadri, è colore diluito e la nostra fantasia viaggia tra le immagini che appaiano fra le sgocciolature. I quadri rossi di Brandi ci coinvolgono subito, con l’immediatezza e la spontaneità di un approccio informale e senza regole, senza difese perché il rosso ci attira e ci coinvolge trascinandoci all’esterno con gioiosa vitalità. E’ facile entrare in contatto con questi dipinti, più complesso con le tele nel piano seminterrato del Palazzo. Alcune strutture della cinta muraria medievale e due pilastri con tracce di affreschi raffiguranti figure allegoriche un Bacco, una Cerere e un Sileno e personaggi in costume seicenteschi, fanno da cornice ai quadri di Brandi. I quadri dialogano col passato e ci avvolgono in un abbraccio nero, pesante, troppo stretto e opprimente, sembra che non ci lasci spazio ma poi scopriamo che l’aria c’è, soprattutto dentro di noi. I quadri sono buchi neri che ci risucchiano e ci fanno entrare nel vortice della materia, all’origine di tutto, sono neri rettangoli verticali, tutti uguali, ma non è così, ciascuno evoca un’immagine e una sensazione diversa. Le imperfezioni del lino della tela lavorata a rovescio diventano parte della pittura integrandosi perfettamente rendendola più materica, il mare di notte illuminato da un raggio di luna ci culla in silenzio. L’abbraccio quasi mortale e soffocante diventa vita, il nero riflette la nostra intimità, è nero mischiato a colori metallici, bronzo, argento, rame e allora si fa caldo e luminoso. I quadri di Brandi permettono a ognuno di noi il proprio viaggio verso l’ignoto e quello che vediamo non è altro che la nostra anima, il nostro sentire, il nostro mondo interiore. Luca, con audacia, ci indica una via per ri-conoscersi, per non aver paura del nostro nero, ci accompagna verso la conoscenza della nostra anima individuale che dialoga con l’Anima Mundi. Alla fine stare dentro quest’abbraccio è armonia con noi stessi, il nostro sguardo si rivolge all’interno e si schiude sull’esterno. I quadri rossi della prima sala hanno la funzione di aprirci, ci aiutano ad aver fiducia nell’artista che ci guiderà verso il nero assoluto, ma il nero non è mai totale e i suoi misteri si svelano via via che entriamo in sintonia con i dipinti, è un percorso di svelamento, il velo piano piano scivola a terra e noi rimaniamo soli e stupiti di fronte alla nostra anima e al mondo. Brandi ci prende per mano conducendoci in un percorso che inizia col rosso passando per il marrone, passaggio obbligato, anche fisicamente, per arrivare alla sala completamente nera. Il nero vive al di sotto perché per conoscerlo, si deve scendere, ripiegarsi e abbassarsi per entrare in una dimensione inconscia e intimista. L’arte di Luca Brandi ci aiuta ad ascoltare e a essere recettivi a tutto ciò che ci arriva dall’interno e si materializza all’esterno attraverso i suoi quadri.








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