La parola “magica” per
entrare nell’arte di Donato Landi è trasformazione,
il nostro animo si deve disporre alla metamorfosi e alla deformazione. Le
sue opere sono complesse in esse il suo mondo interiore, le sue scelte di vita,
il suo pensiero.
I
materiali industriali o che non hanno più un uso quotidiano diventano simili a
giocattoli con una nuova esistenza attraverso la fantasia, il design, la scultura,
la pittura e l’assemblaggio. Hanno lo
sguardo deforme, memoria di essere stati beni del consumismo e poi gettati come
spazzatura. Sono oggetti trasformati, pezzi buttati tramutati in nuove forme,
Donato ci apre all’eterno ciclo vitale, dove la vita diventa morte e viceversa,
spirale infinita nell’individuale, nel sociale, nell’universo. E’ il continuo
cambiamento, dai rifiuti a nuove forme, giocattoli, figure, mostri, persone
reali deformate. Il lavoro di Donato si presta a varie letture, è un
assemblaggio che ci attrae con i suoi colori accesi, è riciclo di materiale
plastico e di giocattoli usati, è racconto di manga giapponesi, ma soprattutto
è la sua storia, è il suo modo di essere e di vivere. Da piccolo creava
personaggi frugando nel cesto dei giocattoli, poi da adolescente attratto dai
luoghi smessi come vecchi capannoni e fabbriche andava a prendere macchine non
più utilizzate recuperando i pezzi per comporre i suoi personaggi. Una
passione, una necessità per affermare la sua indole trasformativa che poi
diventa estensione del privato al sociale. La creatività infantile di Donato si
è sviluppata in arte, dagli scarti restituisce opere personalizzate insieme
all’amore per il Giappone e al suo vissuto. Donato, ha un’anima viaggiatrice,
prende dai luoghi e dalle culture e riadatta, dall’unione degli avanzi nasce un
pezzo unico, accozzaglia che diventa un’armoniosa sintesi anche di schizzi,
Street Art e grafica: “La connessione operata dall’analogia fonde il molteplice
in un unico ed enorme organismo vibrante” Katya Walter. Donato, realizza e
offre le sue opere in giro per il mondo perché dice, citando Gertrude Stein:
“In fondo, non esiste alcun obiettivo. Non c’è uno scopo preciso. Si continua a
viaggiare”. Esse si muovono proprio come
lui che timido e silenzioso viaggia dentro se per scovare tasselli della sua
personalità e riunirli in singole opere che si raccontano da sole. Donato Landi
è un giovane artista esordiente possiede una casa ariosa, uno studio ordinato,
dove i piccoli pezzi trovati sono suddivisi, raggruppati e lui “pesca” dentro
le scatoline e incolla con tanti tipi di colle secondo il materiale che usa.
Donato, è come il demiurgo di Platone vivifica la materia, la ordina e la rende
anima del cosmo, è legato alla sua idea esso non crea dal nulla ma trasmette la
sua forma ideale a una materia preesistente e già vissuta. Il suo lavoro
artistico è manuale, paziente; immerso nel suo lavoro, perde la cognizione del
tempo come i suoi personaggi che legano il passato al presente e riescono a
dominare il loro tempo realizzando nuove realtà.
Pubblicato su Cultura Commestibile
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