sabato 6 aprile 2013

Il mio viaggio dappertutto Picasso mon amour di Maria Antonietta Scarpari



Un sorriso ci illumina il volto, la gaiezza ci cattura per vivere in prima persona all’interno di ciascun’opera della mostra Il mio viaggio dappertutto Picasso mon amour di Maria Antonietta Scarpari. Alla Galleria La Corte fino al 9/4 è possibile fare un viaggio vero e proprio nell’immaginario e nell’infanzia dove la realtà è alterata dagli occhi di bambino. La nostra infanzia era un mondo dove tutto era vero, la realtà si mischiava con la fantasia e viceversa e noi, bimbi, credevamo a tutto quello che i grandi ci dicevano e facevano. Da piccoli vediamo l’esterno a noi gigantesco perché viviamo guardando sempre dal basso all’alto. Vedere questa mostra è tornare bimbi, varcare una soglia, essere Alice nel Paese delle Meraviglie, ritrovare l’ingenuità e la fiducia verso l’ambiente circostante. In questa mostra bella e ironica Picasso diventa il nonno della nostra bambina interiore, la accompagna nella creatività, in quel luogo, dove tutto è possibile, dove esistono i rovesciamenti e l’incoerenza. Picasso ci prende per mano iniziandoci al suo intimo, nel suo atelier e tra le sue tele; lo sguardo della bimba, come il nostro, è spalancato, timoroso, sorpreso, ma molto curioso. L’artista schiude una porta su un mondo fatto di sogni, dove Solo il gatto di Picasso mi può mangiare, 2013 perché è un gatto vero/finto o finto/vero. L’arte è realtà come lo sono i giochi dei bambini, gli animali di Picasso diventano veri ma non pericolosi, il gatto mi può mangiare, il Toro bianco, 2013 e il Toro nero, 2013 mi sta molto vicino senza farmi male e la nostra bambina si fa abbracciare e dipingere da uno “sconosciuto”. Le fotorielaborazioni di Scarpari ci invitano a viaggiare dappertutto perché ci danno la possibilità di spaziare, aprire porte sconosciute ed entrare nell’infanzia dove l’apertura al mondo è bella e limpida e tutto è rivelazione e curiosità. Lo sguardo della bimba è aperto a ciò che può arrivare dall’esterno senza barriere, senza difese, con fiducia. L’arte diventa viaggio, scoperta, curiosità, diviene spazio, dove stare e vivere, “perché il senso del viaggio è sempre quello, si viaggia solo e sempre con il proprio cuore di bambina” dice Scarpari. La bimba ha un bel vestitino a fiori e una piccola borsa al braccio e ci ricorda quando da bambine giocavamo a “fare le signore”. La dolcezza, la giocosità e l’amore si fanno avanti e ci guidano in questo viaggio alla scoperta di un Picasso non solo come grande artista ma anche nonno affettuoso e amorevole nel coccolare la bambina che è in noi perché in fondo l’arte ci fa ri-conoscere questa nostra parte più sincera, spontanea e fantasiosa. L’arte genera creatività, ci fa essere sempre in viaggio dappertutto con la disponibilità a far tesoro di tutto ciò che il viaggio interiore o esteriore ci porta. Le opere di Scarpari trasudano amore disinteressato, materno e avvolgente, viaggiano dappertutto infondendoci desiderio di ri-conoscenza per quest’amore liberato e donato.

Pubblicato su Cultura Commestibile 

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