Un
sorriso ci illumina il volto, la gaiezza ci cattura per vivere in prima persona
all’interno di ciascun’opera della mostra Il
mio viaggio dappertutto Picasso mon amour di Maria Antonietta Scarpari.
Alla Galleria La Corte fino al 9/4 è possibile fare un viaggio vero e proprio
nell’immaginario e nell’infanzia dove la realtà è alterata dagli occhi di
bambino. La nostra infanzia era un mondo dove tutto era vero, la realtà si
mischiava con la fantasia e viceversa e noi, bimbi, credevamo a tutto quello
che i grandi ci dicevano e facevano. Da piccoli vediamo l’esterno a noi gigantesco
perché viviamo guardando sempre dal basso all’alto. Vedere questa mostra è tornare
bimbi, varcare una soglia, essere Alice nel Paese delle Meraviglie, ritrovare l’ingenuità
e la fiducia verso l’ambiente circostante. In questa mostra bella e ironica
Picasso diventa il nonno della nostra bambina interiore, la accompagna nella
creatività, in quel luogo, dove tutto è possibile, dove esistono i rovesciamenti
e l’incoerenza. Picasso ci prende per mano iniziandoci al suo intimo, nel suo
atelier e tra le sue tele; lo sguardo della bimba, come il nostro, è
spalancato, timoroso, sorpreso, ma molto curioso. L’artista schiude una porta
su un mondo fatto di sogni, dove Solo il
gatto di Picasso mi può mangiare, 2013 perché è un gatto vero/finto o
finto/vero. L’arte è realtà come lo sono i giochi dei bambini, gli animali di
Picasso diventano veri ma non pericolosi, il gatto mi può mangiare, il Toro bianco, 2013 e il Toro nero, 2013 mi sta molto vicino
senza farmi male e la nostra bambina si fa abbracciare e dipingere da uno “sconosciuto”.
Le fotorielaborazioni di Scarpari ci invitano a viaggiare dappertutto perché ci
danno la possibilità di spaziare, aprire porte sconosciute ed entrare
nell’infanzia dove l’apertura al mondo è bella e limpida e tutto è rivelazione
e curiosità. Lo sguardo della bimba è aperto a ciò che può arrivare
dall’esterno senza barriere, senza difese, con fiducia. L’arte diventa viaggio,
scoperta, curiosità, diviene spazio, dove stare e vivere, “perché il senso del
viaggio è sempre quello, si viaggia solo e sempre con il proprio cuore di
bambina” dice Scarpari. La bimba ha un bel
vestitino a fiori e una piccola borsa al braccio e ci ricorda quando da bambine
giocavamo a “fare le signore”. La dolcezza, la giocosità e l’amore si fanno
avanti e ci guidano in questo viaggio alla scoperta di un Picasso non solo come
grande artista ma anche nonno affettuoso e amorevole nel coccolare la bambina
che è in noi perché in fondo l’arte ci fa ri-conoscere questa nostra parte più sincera,
spontanea e fantasiosa. L’arte genera creatività, ci fa essere sempre in
viaggio dappertutto con la disponibilità a far tesoro di tutto ciò che il
viaggio interiore o esteriore ci porta. Le opere di Scarpari trasudano amore disinteressato,
materno e avvolgente, viaggiano dappertutto infondendoci desiderio di ri-conoscenza
per quest’amore liberato e donato.
Pubblicato su Cultura Commestibile
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