Il nero di Luca Brandi ci avvolge in un abbraccio pesante,
troppo stretto e opprimente, sembra che non ci lasci spazio ma poi scopriamo
che l’aria c’è, soprattutto dentro di noi. Le sue opere sfiorano l’assoluto ma sono
buchi neri che ci risucchiano in un vortice e verso l’origine di tutto. Le
imperfezioni del lino della tela lavorata a rovescio diventano parte della
pittura integrandosi perfettamente e rendendola più materica. L’abbraccio quasi
mortale e soffocante diventa vita, il nero riflette la nostra intimità, è un nero
caldo e luminoso mischiato a colori metallici, bronzo, argento o rame. I quadri
sono specchi che ci consentono un viaggio verso il nostro mondo interiore. L’artista,
con audacia, ci indica la via per ri-conoscersi, per non aver paura del nostro
nero, ci accompagna verso la conoscenza della nostra anima individuale che
dialoga con l’Anima Mundi rivelandoci l’armonia e l’immortalità. Ci affidiamo al
rosso per entrare nel nero perché ci coinvolge con l’immediatezza e la
spontaneità di un approccio informale senza regole e difese, il suo grondare
sulle tele ci attira con gioiosa vitalità. I misteri poi si svelano via via che
entriamo in sintonia con i dipinti in un percorso di svelamento, il velo piano
piano scivola a terra e noi rimaniamo soli e stupiti di fronte a tanta bellezza
dell’anima. Siamo discesi nella dimensione inconscia e intimista per scoprire
che il nero non è sofferenza ma ascolto di tutto ciò che arriva dall’interno e
con la creatività si attua compresi ritmo, movimento e colore che il nero
libera nelle recenti opere di Luca Brandi.
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