Spazio vuoto, punti di
sospensione, nel bianco il nulla, l'inizio e la fine di tutto, la vita e la
morte. Luce, silenzio assoluto impalpabile e ovattato, colore e bagliore,
possibilità infinite. Bianco dei fogli e paura del gesto poi il timido
balbettio che si fa sempre più forte, enfatico e ancora traccia e ritmo,
disegno e pittura, colore e amore. Lo spazio bianco azzera, cancella per
ricominciare dal principio, è essenza e purezza, è anarchia. Le parole sono
divise, le sillabe allontanate, il suono diventa armonia e bellezza nella
diversità, il ritmo cambia, si aggiusta, è sincopato, dolce o sommesso, è
difficoltà, è un accenno a un dolore remoto, è l'urlo nell’incubo. E,m( i!c,
iCL, ,i è lo spazio dove nuove
situazioni possono accadere. Rivelare lo spazio bianco fra le parole e nelle
parole è lasciare affiorare altri significati nascosti, è incontrare musica,
gesti, colori, immagini, voci. Se facciamo spazio bianco, riusciamo a scorgere
altre dimensioni occultate dal “fitto delle parole”, i confini si estendono, le
frasi diventano spaziose, si spezzano e si perdono creando bianchi vuoti accettanti
di tutto ciò che è diverso da noi. E,m(
i!c, iCL è il luogo/non luogo
aperto, è un abbraccio che non costringe come quando allarghiamo le nostre
braccia per accogliere l’altro.
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