sabato 14 marzo 2015

E,m( i!c, iCL, ,i





Spazio vuoto, punti di sospensione, nel bianco il nulla, l'inizio e la fine di tutto, la vita e la morte. Luce, silenzio assoluto impalpabile e ovattato, colore e bagliore, possibilità infinite. Bianco dei fogli e paura del gesto poi il timido balbettio che si fa sempre più forte, enfatico e ancora traccia e ritmo, disegno e pittura, colore e amore. Lo spazio bianco azzera, cancella per ricominciare dal principio, è essenza e purezza, è anarchia. Le parole sono divise, le sillabe allontanate, il suono diventa armonia e bellezza nella diversità, il ritmo cambia, si aggiusta, è sincopato, dolce o sommesso, è difficoltà, è un accenno a un dolore remoto, è l'urlo nell’incubo. E,m(  i!c,  iCL,  ,i è lo spazio dove nuove situazioni possono accadere. Rivelare lo spazio bianco fra le parole e nelle parole è lasciare affiorare altri significati nascosti, è incontrare musica, gesti, colori, immagini, voci. Se facciamo spazio bianco, riusciamo a scorgere altre dimensioni occultate dal “fitto delle parole”, i confini si estendono, le frasi diventano spaziose, si spezzano e si perdono creando bianchi vuoti accettanti di tutto ciò che è diverso da noi. E,m(  i!c,  iCL è il luogo/non luogo aperto, è un abbraccio che non costringe come quando allarghiamo le nostre braccia per accogliere l’altro.

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