Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
che ‘n mille dolci nodi gli avvolgea,
e ‘l vago lume oltre misura ardea
di quei begli occhi...
che ‘n mille dolci nodi gli avvolgea,
e ‘l vago lume oltre misura ardea
di quei begli occhi...
Francesco Petrarca
Contemporanea Kore è la mostra di Patrizia Zingaretti al Palazzo Gaddi in Via del Giglio
a Firenze fino al 30 aprile 2014. Nei suoi quadri teste femminili viste da
dietro, le chiome sono intrecciate in acconciature elaborate perché i capelli di
queste donne sono sempre lunghi fermati e raccolti da preziosi fermagli. In
queste tele l’artista richiama la figura greca Kore, la fanciulla senza tempo,
l’anima, che cammina con un braccio lungo il corpo e l’altro teso alle volte
con una melagrana in mano per donare grazia, femminilità, fecondità, bellezza e
armonia. Antiche teste di dame rinascimentali sono invitate in queste sale, hanno
pettinature dove niente è lasciato al caso e alla naturalezza della loro capigliatura.
Queste teste che ci voltano le spalle ci invitano a seguirle in un percorso di
grazia e morbidezza. Patrizia Zingaretti dipingendo le segue con grande
sensibilità, la sua pittura diventa senza tempo e dettagliata, l’artista si
prende tutto il tempo che necessita per seguire la sua Kore. Zingaretti
diventa lei stessa Kore in una sorta d’identificazione, è lei che cammina verso
di noi e ci dona il bello. La sua pittura è sintesi tra passato e contemporaneo,
in essa percepiamo il legame artistico con la sua terra d’origine, l’Umbria. A noi visitatori è data la possibilità
di penetrare le sue chiome dipinte e ci perdiamo, seguiamo le sfumature, le
linee di ogni capello fino a scoprire che le chiome possono essere altro, una
spirale, una chiocciola, una strada. La retina di perle per capelli diventa una
mappa celeste e le perle segnali, punti luminosi di orientamento o ancora cielo
stellato. Solo una tela ritrae alcune
donne con teste non costrette da acconciature, i capelli lasciati liberi e
svolazzanti nell’aria Vento. Il
quadro accenna a lasciare che la vita ci spettini, che essa ci lasci i capelli
scarmigliati dal vento, in piena libertà senza costrizioni di acconciature per
essere sempre e comunque identificabili e a
posto. Alcune volte l’armonia e il bello sono nel trovare e nell’essere la
nostra acconciatura individuale senza conformarsi all’estetica sociale. Perché
i capelli come gli individui compiono il loro ciclo di nascita, vita e morte:
sono la ciclicità dell’essere e della natura e le nostre chiome parlano di noi
e della nostra singolarità.
Pubblicato su Cultura Commestibile
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