Autunno 2014, le foglie cadono da sagome di alberi impresse su bella carta
bianca che si confonde con la parete, cadono come lacrime sempre più numerose
sulla terra, calpestate e decomposte diverranno humus per nuova vita. Siamo
dentro la mostra Autunno di Resmi Al
Kafaji alla Galleria
Immaginaria di Firenze e calpestiamo le foglie/lacrime che
hanno il potere di pulire, lavare e depurare l’albero/io dal vecchio per
lasciare spazio alla nascita di nuove gemme sui rami spogli e nudi in una
primavera lontana ma non irraggiungibile, Il
sogno 2014 è il vortice che ci trattiene e ci sospinge verso questo centro
vitale e in parte sfuggente. In Autunno
l’albero/io è nudo di fronte alla realtà, al mondo, a se stesso e all’inverno
dell’anima che potente arriverà imbiancando la terra con una coltre bianca e
tutto sarà silenzio e raccoglimento. Autunno
è il ruzzolare delle nostre lacrime foglie e malinconia di ciò che era e
non è più, le foglie cascano, volano nel vento, scompaiono lontano, mucchietti
rimangono al piede del nostro albero ma poi col tempo si confonderanno col
terreno e non le vedremo più, diventeranno parte di un tutto, parte del passato
non lontano. Le lacrime foglie scendono sul nostro corpo albero rimuovendo un
passato che forse non passerà mai, la speranza è che si trasformi in altro. In
dolcezza autunnale, in maggiore comprensione di noi stessi e del mondo che ci
circonda, in incontri ancora tutti da creare. Autunno di Resmi Al Kafaji è l’accoglienza e il languore dello
stare a coccolarsi e riscaldarsi ai suoi caldi colori, arancio, giallo, rosso.
E’ fuoco che scoppietta non fiamma vivace dell’estate oramai finita, Autunno è il naturale ritirarsi per la
chiusura di un ciclo in attesa che un altro si apra. In galleria il cadere delle
foglie lascia spazio all’opera Concerto
autunnale 2014, dove il suono dei colori autunnali si dispiega nello spazio
e la pittura si fa infinito e opportunità. E’ una fisarmonica, come l’ha
definita lo stesso artista, che si estende e si contrae in un ampliamento di
melodie. Diventa un bosco di bambù, è il silenzio della natura e la
concentrazione del sottobosco, dove la musica e il ritmo sono impercettibili.
L’opera svela un’esistenza colorata e ci percepiamo la dignità di tutti gli
esseri umani che fanno parte dell’orchestra che esegue il concerto della vita.
Essere nel Branco, 2014 è unirsi
spontaneamente ai nostri simili o conformarsi passivamente, a noi la scelta
perché la mostra di Resmi Al Kafaji è un invito a far cadere ciò che si è
compiuto, compresi i nostri pregiudizi, ed è un inno alla tolleranza verso chi
è diverso da noi, ma insieme con noi può fare un concerto. In Autunno l’artista ha cercato l’incontro
tra gli individui e le culture, il fare “branco”, all’orizzonte la Toscana con
i suoi bei paesaggi in china di colline e cipressi Collina toscana 2014.