“Mi piace la lettera A, A come Antonella, come Anna, come Acquerello, come Acrilico, come Antonio mio secondo nome... ” dice Pietro Spica, artista colorato, eccentrico, nomade per natura e grande viaggiatore. Spica usa l’A di Andare per il mondo e riportare incantevoli e coloratissimi acquerelli che sono una combinazione fra lo stravagante, il bizzarro, il fiabesco e il giocoso. Alla Libreria Babele di Firenze fino all’11 maggio 2013 Florence e Tuscany: Spica...analisi in technicolor” un ironico e divertente diario di viaggio, istintive vedute della città di Firenze e della Toscana nelle quali Spica riesce a cogliere l'essenza dei luoghi e a restituirla in trenta tavole in china e acquerelli. Spica ama l’acquerello e l’acrilico non solo perché iniziano con la “A” ma anche perché gli permettono di fare infinite velature sia sulla carta sia sulle sculture di legno colorate, anch’esse in mostra. Nei suoi acquerelli c’è il sole, la gioia e l’esplosione dei colori, gli angoli, le piazze, le chiese della città sono distorte e sgangherate eppure così vere e armoniche. I tanti colori che potrebbero essere accozzaglia diventano una tavolozza, un caleidoscopio, una girandola di allegria e spensieratezza. In queste vedute la curiosità quasi infantile del viaggio e della scoperta, ci immaginiamo a girovagare per le città e i paesi della Toscana aperti alla sorpresa, alla battuta fiorentina, allo scherzo, pronti a comunicare e a lasciarsi impregnare dall’arte, dalla cultura e dalla natura che visitiamo.
Viaggiare dentro le città di Pietro Spica è scoprire l’ironia nascosta in ognuna di esse e nei suoi abitanti, è la gioia di nutrire la mente e il corpo, è assaporare l’incanto dei luoghi e farlo nostro allegramente, con la libertà dell’infanzia e del pagliaccio che è in noi e che scorgiamo nelle piazze fiorentine a fare ridere i turisti e i passanti. La pittura di Spica è allegria avvolta nella luce calda dei tramonti toscani dove i paesi collinari si tingono di ocra e il mare diventa rosso. La luminosità dei colori è brillante come quella della primavera fiorentina e porta all’interno la quiete del riverbero autunnale.
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