


Passeggeri è la mostra di Angelo Barone, Aroldo Marinai e Mariateresa
Sartori, dopo diciotto anni di nuovo insieme alla Galleria La Corte Arte
Contemporanea di Firenze fino al 19 dicembre 2013. Tre artisti
passeggeri che percorrono la vita srotolando
il tempo come
fil rouge, Mariateresa Sartori rende omaggio a Stephen Jay
Gould col video
Qwerty o così va il mondo 2008, frasi di Gould compaiono, come se fossero scritte a macchina,
associate a filmati di sportivi vittoriosi o perdenti colti nel momento del loro
massimo sforzo. La loro prestazione è solo un elemento della vittoria o
sconfitta, altri fattori incontrollabili contribuiscono a determinare la loro sorte.
Anche nella vita è così e a volte i deboli sconfiggono i forti come la tastiera
qwerty, perché
“Per i sistemi
complessi la norma è la stasi; il mutamento, una volta che sia provocato, è di
solito rapido ed episodico.” scrive Gould. Le opere in carta di Aroldo
Marinai parlano di tempo memoria, i ricordi d’infanzia e della madre s’intrecciano
in disegni liberi. L’artista riprende il segno spontaneo dopo il ritrovamento
di disegni fatti da piccolo quasi a voler ripercorrere e riappropriarsi del
bambino Aroldo. In queste opere c’è spontanea affettività, la madre diventa un
punto di riferimento interiore da dove attingiamo amore. Marinai ha ri-percorso
l'infanzia e i ricordi legati a essa, ci dona questi disegni con pudore,
nostalgia, ma anche con vitalità e voglia di ri-mettersi in gioco perché le potenzialità
del bimbo sono ancora intatte. Nell'infanzia il tempo è infinito e dilatato,
disegnare è gioia, gioco tra cowboy e indiani, è raccontare il proprio vissuto,
gli affetti, i sogni e le fantasie, le paure sono illustrate da segni e colori.
Oggi il vissuto affettivo si lega all'uomo artista, i segni e i colori
diventano arte, Marinai ci comunica con leggerezza l'amore e la perdita e come
la spirale del tempo ha ri-visitato temi infantili per trasformarli in altro, continuo
del suo percorso artistico. Le foto di Angelo Barone
Casematte ri-visitano il passato collettivo, l’artista ri-percorre
il viaggio a piedi di Paul Virilio del Vallo Atlantico “Bunker e Archeologie”
negli anni '50. Barone ricerca i siti su internet e fotografa i bunker sullo schermo
del computer cioè foto di foto, lo schermo del computer è filtro e difesa dal
bunker stesso. Le foto sono volutamente sfocate perché la realtà non sempre è
ben visibile, è un viaggio virtuale nella memoria storica dove il bunker
diventa ricordo di paura e distruzione, ma, con la sfocatura non sempre vediamo
bene la realtà, difatti alcune foto non rendono l'idea di compattezza dell'edificio
ma sembrano morbide torte colorate. Il tempo che scorre porta ricordi
individuali e sociali, il tempo è il presente ma internet ci lega
immediatamente al passato che diventa reale nella foto, ma nello stesso tempo
non lo è perché fuori fuoco. Barone non viaggia realmente e “distrugge” il
tempo del viaggio trasformandolo in qualcosa che si sottrae e si dissolve
diventando altro.
www.mariateresasartori.it
Pubblicato su Cultura Commestibile
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