“Ho fame mangio non mangio questo e basta, poi inizio la dieta, da lunedì sarò a dieta, sono grassa...” queste parole si possono declinare non solo al mangiare cibo ma anche al concederci di occupare spazio nel mondo e nell’affermare noi stessi per essere colorati, eccentrici e godere nell’esserlo. Elisabetta Falqui ha inaugurato, sabato 26 ottobre alla Galleria La Corte arte contemporanea di Firenze, la mostra “Ho fame”, sono belle foto in bianco e nero di donne e uomini visti di schiena nudi, alcuni corpi sono in sovrappeso. Il bianco e nero delle foto le controlla e le rende sobrie, una scritta le accompagna, l’insieme è molto forte e Falqui ci trascina, a sorpresa, nell’ossessività sul cibo e non solo. La rotondità e la morbidezza delle forme sono amate nell'arte e in molte culture sono segno di benessere non solo fisico, nella nostra società le diete di ogni genere ci guidano nel quotidiano. Falqui con questi lavori ci tocca profondamente nel nostro intimo, ci fotografa e dà risalto alla nostra fisicità e sessualità ma soprattutto ci pone di fronte al piacere dello stare bene con noi stessi e col nostro aspetto quale linea di confine con l’esterno. Falqui ci rende consapevoli dell’amore verso noi stessi perché siamo ciò che mangiamo fisicamente e spiritualmente. Le sue foto ci costringono ad affrontare il nostro benessere interiore legato al cibo, al sesso e alle relazioni d'amore e d'amicizia perché ogni relazione passa attraverso il nutrimento con scambio e sostegno reciproco. Nella serie di foto in dissolvenza l’immagine di un tavolo apparecchiato in giardino con avanzi del pranzo e le sedie vuote, dove sono i commensali? Mancano, alle volte manchiamo nelle relazioni, nel sostentamento affettivo e fisico, alcune volte mangiamo troppo o troppo poco e ci sentiamo in colpa. Le nostre relazioni sono nutrite da cibo e sentimenti, una tavola dove i convitati non ci sono è una tavola “abbandonata” senza assaporare il piacere e il gusto di stare insieme senza fretta anche dopo il pasto dedicando tempo e spazio al nutrimento relazionale, alla socialità. Il nutrimento è fisico e spirituale, l'arte nutre la nostra anima e in questa mostra Falqui è riuscita a condividere con noi un’ossessione e restituirla in chiave artistica per un nutrimento dell'anima non solo individuale ma anche collettiva. Il lavoro artistico di Falqui tocca gli estremi del mangiare tutto fino all’obesità o niente fino a svanire, in entrambi i casi c’è il controllo come se ci fosse un’incapacità a lasciarsi andare all’equilibrio naturale del corpo, a quel flusso vitale che alimenta il nostro essere, senza limiti ma seguendo i nostri bisogni profondi che siano essi di cibo per il corpo o di conoscenza per lo spirito. La mostra di Elisabetta Falqui finirà il 22 novembre 2013.
Pubblicato su Cultura Commestibile
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