sabato 26 ottobre 2013

Kiddo pop memories di Carlo Nannini







Carlo Nannini, in arte kiddo, è un giovane artigiano con esperienza poliedrica, dagli anni ’90 inizia a unire alla sua attività di marmista la produzione di piccole sculture ispirate al mondo del fumetto, del videogioco, delle action figures o del giocattolo creando delle icone contemporanee che narrano l’epica di oggi attraverso le figure di fumetti che hanno accompagnato la nostra infanzia e adolescenza. Sono sculture lapidee monolitiche scolpite con un unico pezzo di marmo o di pietra. Nannini plasma il blocco facendo uscire le figure come se fluissero dalla sua memoria, i ricordi si fanno concreti nelle forme e diventano immagini dei nostri giorni. Nannini eleva personaggi di fumetti o di spot pubblicitari a scultura monumentale, essi divengono figure mitologiche e simboliche, parte della nostra vita. Sono figure che rievocano i nostri vissuti personali e sociali, di fronte ad esse ci riappropriamo di ricordi passati e dell’infanzia perduta in un dialogo continuo con i nostri coetanei e con i bimbi di oggi che scoprono o riscoprono queste icone. Lo scultore Nannini trasformando il plastico in lapideo sente il pezzo, lo vive intensamente percependo tutto quello che non si vede in apparenza, nello sbozzare e scolpire il marmo ritrova i confini e le caratteristiche delle figure, i loro tratti. Nannini nel trasformare e rendere reale il plastico in lapideo non solo realizza monumenti evocativi della cultura pop contemporanea, come lui afferma, ma si confronta anche con il suo mondo interiore e le sue passioni. Le sue mani percorrono le linee delle forme esplorandone le curvature, gli angoli, liberano i personaggi a una nuova dimensione forse più intima ma nello stesso tempo collettiva. Da questo contatto nasce la dimensione epica contemporanea cioè la narrazione poetica di gesta eroiche, spesso leggendarie, sono piccoli eroi di fumetti ai quali deleghiamo i nostri timori, il coraggio Stemma Superman - Golddrack la tenerezza oppure la costruzione dei nostri desideri attraverso i giochi Lego – Brick. Nelle piccole sculture di Nannini l’At@ del nuovo modo di comunicare di oggi, l’Apple della globalizzazione che va di pari passo con la nostra infanzia legata a Pippo ippopotamo o Barbapapà. In Pop art si ritrovano l’ironia e la canzonatura, in tutte le sue opere c’è qualcosa di giocoso e spontaneo, la possibilità di prenderci sul serio e ricostruire la nostra storia personale e sociale anche attraverso il bambino che è in noi.

Pubblicato su Cultura Commestibile del 26/10/2013

giovedì 10 ottobre 2013

L'autobiografia affettiva di Manfredi



 “...Ma frugando nei vostri volti, nella memoria trovo una ricchezza senza fondo che non potrebbe essermi altrimenti ripagata.” (Manfredi 1979). Questa ricchezza il pittore fiorentino Manfredi, 86 anni, la condivide con noi attraverso la sua bella mostra personale inaugurata lo scorso 3 ottobre nella Sala del Basolato del Municipio di Fiesole dal titolo L'autobiografia affettiva di Manfredi continuum di due grandi mostre, Autobiografia della Memoria, Firenze 2006 e Roma 2007. La sala accoglie i ritratti “degli dei del mio olimpo mentale” che l'artista ha dipinto dal 2008, volti di amici che non ci sono più si alternano a volti di personaggi celebri che hanno contribuito alla sua formazione intellettuale creando una sorta di autobiografia affettiva dell'artista. I ritratti degli amici scomparsi sono dipinti a memoria e ci raccontano di ricordi, affetti e momenti condivisi, ci rimandano a chiacchiere e discussioni, a gesti di abbracci che consolano, a incomprensioni, cioè a tutto ciò che una bella e grande amicizia può apportare alla nostra vita. Gli amici ritratti non sono soli ma portano dentro la Sala del Basolato tutta la loro vita e il loro rapporto con l'amico pittore. Manfredi ricorda e dipinge i sentimenti e la ricchezza interiore che l'amicizia gli ha dato, la sua pittura diventa la memoria degli amici scomparsi che vive dentro di lui nei ricordi dei loro gesti, delle loro voci, dei loro odori. Dei nostri morti ci arrivano immagini: la loro camminata, il loro sorriso o un'espressione del viso, le loro parole, il tono di voce. Manfredi dipingendoli li sente, li vede come se fossero davanti a lui reali e forse è riuscito, ancor di più, a catturarne l'anima e l'essenza, ciò che veramente erano, ciò che lui conserva interiormente perché “Diventare soggetto puro della conoscenza significa liberarsi di se stessi” (Arthur Schopenhauer) e allora in questa libertà Manfredi vive l'amico senza filtri di se stesso, ne vive la sua vera e unica personalità trovando quella ricchezza senza fondo nella sua memoria. Le pennellate di Manfredi diventano espressione della sua amicizia, sono belle, movimentate, decise, espressive, larghe, intrecciate. Gli sfondi non sono quasi mai definiti e ci danno modo di fantasticare. Spesso Manfredi colloca le figure in uno spazio interno ma non è mai chiuso bensì aperto verso altro, permettendoci di spaziare senza restrizioni. I personaggi famosi sono omaggi alla cultura e un poco a se stesso poiché è diventato ciò che è anche attraverso i loro pensieri. Margherita Hack, 2006, unica vivente al momento del ritratto, adesso è diventata omaggio a tutto ciò che è stata e ci ha trasmesso, e quanto Manfredi aveva in comune con lei, entrambi fedeli a loro stessi nelle loro ricerche e con il cuore unito all’intelletto. La mostra si terminerà il 3 novembre 2013.

www.manfredipittorefiorentino1927.it 

Pubblicato su Cultura Commestibile